venerdì 29 marzo 2013

Manicure pasquale!

Da anni ho la passione per le unghie lunghe, da quando avevo 11 anni, per la precisione. Ho cominciato a tenerle lunghe allora, poi pian piano ho sviluppato interesse per lo smalto e successivamente per il decoro. Mi piacerebbe avere sempre le unghie perfette, lunghe, smaltate e decorate... purtroppo non è così: a volte se ne rompe una e le devo tagliare, altre volte non ho tempo di farle, altre ancora lascio che lo smalto si rovini senza agire ed infine capitano volte in cui i miei tentativi di decorazione falliscono miseramente.
Pazienza... me ne farò una ragione.
Ad ogni modo l'idea del coniglietto per questa manicure non è mia, l'ho vista in qualche immagine su internet che non riesco più a reperire, nel caso qualcuno fosse il suo creatore o lo conoscesse me lo comunichi e inserirò i dovuti rimandi!


Probabilmente la spiegazione non è necessaria, ma la scrivo lo stesso, meglio in più che in meno!

Colori utilizzati:
- azzurro cielo
- bianco
- rosa confetto
- rosa scuro
- nero
- trasparente

Procedimento:
1) Stendere uniformemente il colore di base facendo almeno un paio di strati (per questo smalto ho dovuto farne tre), io, in base ai colori in mio possesso, ho scelto un azzurro cielo, ma se voi aveste un colore più pastello il risultato secondo me sarebbe molto più bello. 

2) Con il pennellino dello smalto bianco disegnare un semicerchio sulla parte alta dell'unghia (io l'ho fatto solo sul pollice e sull'anulare), ripetendo l'operazione fino ad ottenere un colore compatto. Io sono partita da un semicerchio un po' più piccolo per poi ingrandirlo, ma se vi viene al primo colpo tanto meglio. 

3) Con un dotter (o per chi non lo possedesse una penna a sfera che non utilizzate più) intinto nello smalto bianco disegnare le due orecchie, il disegno in tutto prende circa i 3/4 dell'unghia. Anche in questo caso sono partita facendo una riga centrale della lunghezza desiderata e poi attorno a questa ho modellato le orecchie.

4) Con lo smalto rosa confetto disegnare una riga all'intero delle orecchie e due pallini laterali (che diventeranno le guanciotte) circa a metà altezza del semicerchio bianco. Se come nel mio caso per ottenere questo colore dovrete mischiarne altri siate molto veloci nel disegnare i dettagli: nel caso lo smalto si seccasse ottenere la stessa tonalità sarà quasi impossibile.

5) A questo punto probabilmente avere un pennellino sarebbe molto meglio, ma io non ce l'ho quindi ho continuato ad usare il dotter. Intingendo il dotter nello smalto nero disegnare due piccoli pallini più in alto e più ravvicinati rispetto a quelli rosa, poi disegnare un pallino nero a metà fra i due rosa, ma leggermente più in basso e partendo da quello disegnare due piccole linee laterali per dar forma al muso.

6) Per completare la manicure potete anche lasciare le altre unghie a tinta unita e passare lo smalto trasparente, io ho deciso di disegnare dei pois bianchi grandi e dei pois rosa scuro piccoli che scendono circa fino a metà unghia. Nell'ultima foto il trasparente non era ancora stato passato, ma dopo essere stato passato l'effetto finale aveva decisamente maggior coesione.

Un ultimo consiglio: lasciate asciugare molto a lungo, non so, guardatevi un film! In alcuni punti del disegno gli strati sovrapposti sono veramente tanti ed hanno bisogno di tempo per poter essere "solidi"!


mercoledì 27 marzo 2013

Mi fa schifo!

C'è, c'è sempre, c'è per tutti. Ognuno di noi ha qualcosa che proprio fatica a mangiare, anzi, a volte proprio non riesce a mangiare.
Per me in questa categoria di alimenti rientrano da sempre insalata e rucola. Non sono una che non mangia le verdure, anzi, solitamente le amo tutte molto, dai broccoli ai cetrioli, dalle rape ai cavoletti di Bruxelles. Ma l'odore della rucola cruda mi fa stare male e quando tento di inghiottire l'insalata il primo impulso che ricevo è quello di correre in bagno a rimettere.
Il problema però è che quando l'alimento che non ti piace è il lardo fritto nel burro puoi anche fartene una ragione, quando invece magari è qualcosa che porta benefici o che sarebbe utile tollerare (nel mio caso l'insalata è il contorno che si trova più facilmente mangiando fuori, ad esempio) la questione cambia.
Non so se qualcuno abbia visto la serie di sei documentari BBC trasmessi su rai5 (ogni tanto comunque li ritrasmettono agli orari più disparati) chiamata La verità sul cibo.

Personalmente devo dire che li ho trovati piacevoli e, per alcune cose, anche utili. Nella puntata dedicata all'alimentazione dei figli si analizzavano in particolare alcuni comportamenti, dovuti a condizionamenti sociali, pregiudizi o altro, che, anche se probabilmente nei bambini sono più evidenti, a mio parere sono spesso riscontrabili anche nei grandi (me compresa). Secondo una teoria presentata durante il documentario quando un bambino trova un determinato alimento disgustoso può essere educato ad apprezzarlo tramite un piccolo assaggio ripetuto una volta al giorno per un periodo di tempo prolungato.

Il punto è: funziona?
Con l'insalata e la rucola non ho ancora avuto il coraggio di provare, ma ho tentato con il tofu e... con quello ha funzionato! Nella mia spasmodica ricerca di nuovi alimenti di origine vegetale non potevo non incappare nel tofu: tutti ne parlano, sul web è pieno di ricette di ogni tipo, e le magnificazioni di questo alimento non mancano. Non restava che provare.

La prima volta l'ho trovato disgustoso. Non insapore, non cattivello... DISGUSTOSO. Il giorno dopo allora, armata di pazienza ho ritentato (con una ricetta diversa... ma ve l'assicuro, se ti fa schifo lo sentiresti anche a miglia di distanza) e l'ho trovato molto cattivo. Poi pian piano ho continuato a provare, un po' qui e un po' lì (cambiando anche marche, non si sa mai)... 
Il problema si presentava ovviamente soltanto col tofu al naturale, quello aromatizzato lo trovavo buonissimo (e consiglio davvero tanto quello al basilico), ma col tempo la mia ritrosia si è affievolita ed ora lo trovo buono anche da mangiare così! Ad esempio mi piace moltissimo con un po' di sale e pepe leggermente saltato in padella, cosa che prima mi avrebbe fatto rabbrividire. C'è da dire che il tofu, per quanto mi fosse antipatico, non era la rucola... ma chissà, forse con un po' di pazienza!
Provare non costa niente, mal che vada certi alimenti continueranno a fare schifo!

Concludo al volo con una ricettina per cucinare il tofu che mi ha aiutato davvero tanto agli inizi:


TOFU MARINATO CON SALSA DI SOIA E LIMONE

Ingredienti (x1):
80 gr di tofu al naturale
1 CC di succo di limone
1 CC salsa di soia
1 cc di olio d'oliva

Procedimento:
Tagliare il tofu a fettine sottili, grosse circa mezzo centimetro, e metterle in un ciotola con il succo di limone e la salsa di soia. Lasciarle riposare mezzora girandole di tanto in tanto per far sì che il liquido venga assorbito uniformemente, quindi far scaldare in padella il cucchiaino d'olio e disporci sopra le fettine insieme al sughetto rimasto. Farle scaldare per un paio di minuti da ogni lato fino a che non si formerà una leggera crosticina e toglierle dal fuoco. A questo punto possono essere consumate calde, magari insieme ad un contorno, ma sono buone anche fredde ad esempio nei panini.

Punti WW lineapunti: 3

lunedì 18 marzo 2013

Gluten Free, boom dei prodotti per celiaci.

Un tempo erano di nicchia, nelle piccole città si trovavano solo in farmacia, adesso i prodotti per celiaci sono ovunque e anche i discount hanno una linea dedicata.
Ma perchè questa esplosione di acquisti per i cibi che riportano sulla confezione la spiga barrata?
Questo mercato infatti nel 2012 è cresciuto del 6,4% e vale 237 milioni di euro, ma questa crescita non è unicamente imputabile a coloro che solo grazie a questa dieta possono tenere sotto controllo la celiachia, una malattia genetica. Pur essendo in aumento il numero di celiaci infatti quello che ha portato alla popolarità i prodotti senza glutine è l'errata convinzione che questi siano più sani e leggeri, come sostengono anche diversi personaggi noti al grande pubblico.
Io ricordo ad esempio una pubblicità di qualche anno fa della Pasta di Riso Scotti (ma la Scotti non è ovviamente l'unica a cavalcare l'onda), in cui questa veniva presentata come un'alternativa sana, leggera e dietetica alla pasta normale... e tutto questo perchè? Ma come perchè, ovviamente perchè senza glutine!

Questo regime dietetico però non ha un apporto calorico inferiore, se volessimo paragonare ad esempio 100 gr di pasta di riso Scotti (344 kcal) a 100 gr di pasta di semola Barilla (per usare una marca famosa, 350 kcal) vedremmo che la differenza è davvero irrisoria: solo 6 kcal. Inoltre non ho mai conosciuto una persona a dieta che si mangia un etto di pasta, quindi ipotizzando che questa ipotetica persona ne mangi 50 gr anche le calorie di differenza si dimezzano.
Sia chiaro, il riso (come anche il farro, l'orzo, il miglio e tutti gli altri cereali) ha delle proprietà specifiche ed è bene integrarlo nella propria dieta (meglio se in versione integrale) e non basarsi sempre e solo sul solito grano... ma chi non è celiaco non ha bisogno di integrarlo sotto forma di pasta! 
Se non c'è la necessità di mangiare pasta senza glutine di riso/mais/quinoa/amaranto/grano saraceno perchè non preferire il cereale in chicco? 

Come sottolinea anche l'AIC [Associazione Italiana Celiachia] questa moda ha l'effetto di gonfiare il mercato, producendo così un aumento dei prezzi che andrà unicamente a danno dei celiaci, che di questi prodotti hanno realmente bisogno.

sabato 16 marzo 2013

Diete su diete: Weight Watchers

La dieta Weight Watchers è ed è stata molto in voga, con alterne fortune. Ne esistono diverse versioni: lineapunti, flexipoints, propoints e forse altre varianti ancora. 
Io ho seguito la lineapunti per un periodo in modo scrupoloso, mentre al momento mantengo il conto dei punti per avere un'idea di quanto ingerisco, ma non sono più precisa e attenta nel seguire tutte le indicazioni.

In cosa consiste la dieta?
Niente di trascendentale, è sostanzialmente una dieta ipocalorica nella quale si contano i punti al posto delle calorie. Ad ogni alimento corrisponde un punteggio attribuito in base alle calorie, ai grassi e alle fibre in esso contenute, molti punteggi si trovano in un "Dizionario degli alimenti" contenuto nel loro manuale, quelli mancanti possono essere calcolati attraverso delle formule. Oltre a questo la dieta prevede una serie di altri strumenti e norme, come il diario alimentare, l'assistenza di un gruppo di persone che seguono la stessa dieta, le indicazioni su liquidi e esercizio fisico etc..
Io la prima volta ho letto questo sito, e lo riporto per correttezza: http://digilander.libero.it/inlineaonline/_diete_01/dieta%20linea%20punti.htm
Poi l'ho copiato, risistemato, tagliato nelle parti che non mi interessavano e messo tutto in tabelle, praticamente ora ho 3 o 4 versioni pdf di questa dieta, selezionate in base a diverse esigenze.
Consiglio però anche questo forum: http://amiche-weightwatchers.forumfree.it/ in cui potete trovare i manuali delle diverse versioni della dieta, consigli, casi di successo e, se deciderete di iscrivervi, un intero gruppo di supporto!


La mia esperienza
Ho seguito questa dieta dall'inizio del dicembre 2011 fino al giugno 2012, perdendo circa 12 kg. Poi nel periodo successivo ho mantenuto il peso senza difficoltà, con la promessa di riprendere la dieta quando sarei stata più tranquilla e così ho fatto, cinque settimane fa. Sicuramente è efficace, ma non è una dieta miracolosa: si può perdere fino ad 1 kg a settimana (può capitare di perdere anche solo 1 etto!). Personalmente la consiglio perchè è bilanciata (nel manuale si trovano le indicazioni per la suddivisione dei punti), facile da seguire (i punti degli alimenti più consumati si imparano velocemente a memoria e per quelli che è necessario calcolare basta appuntarseli) e versatile (si possono risparmiare i punti in vista di un'occasione speciale e, se si è costretti a mangiare fuori, si possono scegliere piatti di cui i punti sono indicati nel manuale).

PRO:
- i punti a disposizione variano in base al peso e al sesso, quindi risultano proporzionati al fabbisogno calorico di ognuno
- è facile da seguire e si possono far rientrare semplicemente gli sgarri, ogni giorno si possono risparmiare al massimo 4 punti (a fine settimana i punti sommati si annullano però!) grazie ai quali ci si potrà permettere qualcosa in più o, al contrario, se in un momento di buio si mangia qualcosa in più lo si può scontare mangiando il minimo dei punti il giorno dopo
- il diario alimentare non è certo un'esclusiva Weight Watchers... ma vogliamo mettere sommare cifre come 1, 4, 5.5 con le calorie? Di sera impazzirei
- non è precompilata, si può scegliere cosa mangiare! Oppure, per chi preferisce qualche indicazione, si possono trovare anche degli ipotetici menù

CONTRO:
- alcuni consigli non sono propriamente corretti, il bere acqua ad esempio serve a depurare l'organismo e diminuire la ritenzione idrica, non aiuta realmente il dimagrimento
- se non si ha una vaga idea di corretta alimentazione si rischia di spendere i punti in cose che non fanno  bene e stare tranquilli perchè tanto la giornata rientra nel range, ma questo è un rischio che si corre in realtà con tutte le diete ipocaloriche

PICCOLE ASTUZIE:
- potete creare dei menù precompilati in base ai vostri pasti, a ciò che vi piace e al grado di sazietà di cui avete bisogno. Controllando il vostro diario alimentare potete prendere ad esempio un pasto risultato particolarmente soddisfacente in termini di gusto e sazietà, così quando in preda alla stanchezza o altro avrete bisogno di un'idea già pronta basterà ricercare nel diario un pasto con il punteggio che vi serve.
- contare i punti dell'attività fisica lo trovo abbastanza inutile, rischia di diventare un lavoro che rende ancora meno piacevole qualcosa che già per me non è entusiasmante... ma questa può essere soltanto un'opinione personale.
- restringere il manuale alle parti essenziali può essere una rottura, ma poter avere un fascicoletto sempre con sè per le emergenze secondo me non ha prezzo!


giovedì 14 marzo 2013

Latte vegetale e... cappuccino!

Se qualcuno di voi è intollerante al lattosio o vegano avrà già affrontato gli scaffali pieni di bevande più o meno misteriose, ma se qualcuno è curioso o si appresta ad affrontarli ora questa è la mia esperienza!

Il latte vegetale è un alimento che conosco da poco, circa 8 mesi, anche un po' scarsini. Saltuariamente mi è capitato in passato di avere periodi di intolleranza al latte vaccino (pare dipenda da una brutta appendicite operata in ritardo quando avevo 7 anni che ogni tanto mi rende più "sensibile") e poi, 8 mesi fa, ho scoperto, in aggiunta, che il latte è un alimento che non giova ai miei disturbi (per la cronaca: cardias debole, esofagite, mal di stomaco). Se volete documentarvi, sul latte vaccino potete trovare una quantità di studi allucinante, secondo alcuni farà benissimo, altri lo descriveranno come una sorta di satana alimentare; non ho ovviamente le competenze per esprimere un vero giudizio, ma personalmente ritengo che, quanto meno, non sia un alimento indispensabile nell'età adulta o gli animali femmine (mucche comprese) produrrebbero latte durante tutta la loro vita, non solo per un periodo dopo il parto.
Il problema che si pone però a chi deve o vuole eliminarlo è: con cosa lo sostituisco? Sì, perchè il latte è ovunque e si usa in cucina in mille modi, senza contare che, se si è abituati ad usarlo a colazione, il salto è ancora più traumatico: se con i biscotti problemi non ce ne sono i cereali nel the non si possono proprio mettere!

Quando da piccola sono risultata per la prima volta intollerante al lattosio ho deciso che il latte delattosato faceva talmente schifo che era meglio evitarlo del tutto, crescendo ho alternato periodi di latte vaccino a periodi senza, fino a quando sono venuta a conoscenza delle altre possibili alternative ed ho cominciato a provare diversi tipi di latte vegetale di marche diverse. Quelli che ho provato, fino ad ora, sono:

1) latte di soia = è quello più diffuso in commercio, si trova praticamente in tutti i supermercati classici, biologici e nei discount. Solitamente è facile trovarlo al naturale e zuccherato, in alcuni posti lo hanno anche aromatizzato (vaniglia, cioccolato, fragola...) o arricchito con particolari sostanze (calcio, B12...). Il primo che ho comprato è stato un trauma, il disgusto è stato forte, ma provando altre marche ho notato che il sapore cambia molto: alcuni sono tenui e delicati, altri sanno quasi da fagiolo, non resta che andar per tentativi. La sua composizione lo rende quello più adatto ad essere cucinato (torte, budini, besciamella..) e nelle preparazioni non si avverte (almeno per me) una differenza reale rispetto alla resa e al gusto di quello vaccino. Al momento quelli che compro più frequentemente sono: quello bio al naturale che si trova da LIDL, quello bio dolcificato con agave e quello bio alla vaniglia dell'Eurospin. Trovo molto buoni anche quelli del Natura sì e la marche Alpro e Alce Nero, anche se ovviamente costano il doppio di quelli che ho citato prima, proprio non mi piacciono il Valsoia e il Despar.

2) latte di riso = anche questo è molto diffuso, meno del latte di soia ma comunque diffuso. Il sapore in sè è buono, ma per i miei gusti è molto dolce (è naturalmente dolce, non viene dolcificato), quindi non lo amo particolarmente. Per mia madre (intollerante) è stato il migliore con il quale iniziare, proprio perchè il sapore è delicato, poi col tempo è passata agli altri.

3) latte d'avena = si trova in alcuni supermercati forniti e nei negozi di alimenti biologici, essendo l'avena un cereale, come il riso, anche questo è abbastanza dolce, anche se il gusto è ovviamente diverso. Trovo che il sapore sia indubbiamente gradevole, ma, come sopra, non ne amo la dolcezza.

4) latte di mandorle = nei supermercati tradizionali e nei discount si trova solo dolcificato e con una bassa percentuale di mandorla (trattasi praticamente di latte di aroma di mandorla), mentre nei biologici si trova anche al naturale, con il "piccolo" inconveniente del prezzo (4€/L). Personalmente apprezzo molto il latte misto di riso e mandorla: la mandorla dà il suo gusto caratteristico e attenua la dolcezza del riso, inoltre il prezzo è decisamente più contenuto.

5) latte di riso e nocciola = solo nei negozi bio. Molto buono, soprattutto per i nocciolomani come me, si trova anche solo di nocciola, ma vale il discorso fatto prima per il latte di mandorla.


Ovviamente ci sono tantissimi altri tipi di latte vegetale: quinoa, orzo, farro, anacardo, lupini, sesamo, cocco, girasole, canapa... Io non li ho provati perchè sono costosi, difficili da trovare e cercavo un latte per far colazione tutti i giorni senza che questo mi facesse impazzire per cercarlo o consumasse metà del mio budget mensile. Nel tempo magari li proverò e se qualcuno avrà un gusto particolare potrò usarlo ad esempio per fare un budino o cose simili, ma come anticipato non penso entreranno mai stabilmente nella mia alimentazione... A meno che io non vinca al superenalotto e non apra un Natura sì accanto a casa mia, nel caso vi farò sapere.

Ma veniamo al mio cruccio più grande: la magica unione di latte e caffè all'interno del cappucinatore, in grado di dare origine a quel meraviglioso e schiumoso alimento che è il CAPPUCCINO!

Ecco, partiamo col dire che se il latte vegetale deriva da un cereale non monterà, a meno che voi non abbiate dei poteri particolari. Il latte di soia si monta stupendamente (l'ho detto che ha la composizione migliore da manipolare in cucina) ma sinceramente il suo gusto non mi piaceva unito al caffè.
Per un po' avevo tristemente accantonato ogni esperimento, fino a quando...
Una decina di giorni fa, all'Eurospin, hanno messo in offerta la marca di latte vegetale bio che prendo di solito così, fra una confezione di latte di soia alla vaniglia e l'altra mi è capitato in mano il latte di soia e riso.. e l'ho preso! E' la perfezione sotto forma di latte vegetale! 

PRO:
1) si monta magnificamente grazie alla presenza della soia
2) il gusto del riso rende quello della soia molto più buono e "facile" da apprezzare
3) il latte di soia attenua enormemente la dolcezza del riso

Per celebrare completamente la mia ultima scoperta dovrò fare ulteriori  esperimenti culinari, ma per il momento sono davvero davvero contenta! 

mercoledì 13 marzo 2013

Presentazione e intenti!

Prima informazione utile: il titolo del blog non vuol dire niente.
In realtà avrei voluto mettere un titolo evocativo, con un significato particolare e che fosse in grado di ispirare e/o interessare gli eventuali lettori, beh, non ci sono riuscita. Ho anche tentato di mischiare parole con la funzione "un lemma a caso" del wikizionario, ma, per quanto C'è un onnivoro grigio-verdastro nel sottobosco fosse un titolo a suo modo intrigante, alla fine ho guardato la mia immagine un diabolico cupcake kawaii e ho rielaborato in maniera casuale il concetto.
Seconda informazione utile: l'argomento del blog è principalmente alimentazione/cibo/dieta, ma in realtà potrebbe entrarci di tutto, sostanzialmente vuole essere più un diario in balia dell'umore della sua autrice che non un vero e proprio blog tematico.
Al momento sono a dieta (in realtà faccio dei periodi di dieta e dei periodi di pausa/consolidamento), ho il cardias debole e soffro di esofagite (cosa che fa sì che io debba necessariamente mangiare pasti piccoli e spesso, prendere medicinali e, in certi momenti, fare attenzione a certi cibi), seguo, per motivi vari, un'alimentazione che si potrebbe definire "prevalentemente vegetariana e filovegana" e mi piace cucinare... quindi per forza di cose sono spesso interessata ad alimentazione, cibo e dieta... ma ho anche altri interessi e non escludo che possano entrare nel blog! 

Terza informazione utile: non ho nessun titolo per dare consigli, io parlo di me e di quello che faccio io, per registrare successi, tentativi di miglioramento, ma soprattutto errori.
Soprattutto per quanto riguarda l'alimentazione molte persone si sentono in grado di giudicare quella altrui senza averne il titolo. Io credo solo nello scambio produttivo, non nelle critiche grauite. Mi sono dichiarata una profana e lo confermo, se dico che qualcosa mi ha fatto bene non vuol dire che farà bene anche ad altri, se dico che qualcosa che mi ha aiutato non vuol dire che aiuterà anche altri, io mi limito semplicemente a riportare la mia esperienza. Per avere consigli reali è necessario rivolgersi ad un esperto.
Quarta informazione utile: Chi sono?
Sono una studentessa universitaria di Bologna, una come tante: studio, sto con un ragazzo da 2 anni e mezzo, ho alcuni amici (non molti a dire il vero), ho un sacco di problemi come tutti gli altri esseri umani e il mio portafoglio piange spesso e volentieri, proprio come quello della maggior parte degli studenti. Ulteriori informazioni verranno fornite nel tempo!
PS: anche l'immagine del gufo non ha molto senso... ma a me i gufi piacciono!